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  • Incontro con Alessandro Profumo

    Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit, è stato ospite di ResPublica lo scorso 28 febbraio per un incontro sul tema “L’evoluzione della finanza in Europa”. La crisi finanziaria cominciata nella seconda metà del 2008 e le difficoltà di molti istituti bancari sia in Europa che negli Stati uniti hanno evidenziato le criticità e i punti di forza dei sistemi creditizi. Ai numerosi interventi di salvataggio da parte dei governi si sono accompagnate numerose proposte per rendere più efficace il quadro regolamentare. Alessandro Profumo ha descritto i passi in avanti per una omogeneizzazione della regolamentazione europea e indicato le minacce che gravano ancora sul sistema creditizio. In particolare l’ospite si è soffermato sul grado di esposizione del sistema bancario italiano, confrontandolo con i principali paesi europei.

  • Incontro con Guido Potestà

    Il 29 novembre 2010 si è tenuto presso la sede di Fondazione ResPublica un incontro con il Presidente della Provincia di Milano Guido Podestà sul tema “I progetti e gli investimenti infrastrutturali della Provincia di Milano per facilitare la mobilità”. Podestà si è soffermato sulla difficile situazione economica congiunturale che limita le possibilità di azione da parte degli Enti Pubblici. Ciononostante, ha voluto ribadire l’impegno della Provincia su importanti progetti infrastrutturali, già in avanzata fase realizzativa o di prossima realizzazione, quali Pedemontana Lombarda, BreBeMI e TEM Tangenziale Est Esterna Milano. Il Presidente ha quindi auspicato un maggior coinvolgimento di soggetti privati e il ricorso a forme innovative di finanziamento per reperire i capitali necessari alla realizzazione delle infrastrutture necessarie allo sviluppo dell’area milanese.

  • Incontro con Mauro Moretti

    Mauro Moretti, Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato, è stato ospite di Fondazione ResPublica lo scorso 23 novembre per un incontro sul tema: “Il caso F.S: realizzazioni e prospettive di nuovi investimenti”. Moretti ha presentato i traguardi raggiunti negli ultimi anni dal principale operatore ferroviario italiano, soffermandosi sulle sfide e le opportunità per il futuro. Moretti ha ribadito l’importanza dell’investimento nel trasporto su ferro sia per le merci sia per i passeggeri e si è soffermato particolarmente sulla necessità di definire le priorità in termini di linee ferroviarie, consentendo così di convogliare le risorse verso i progetti maggiormente in grado di contribuire allo sviluppo del paese.

  • EIN Mid-term review meeting - Bruxelles 2010

    In una giornata ricca di appuntamenti, i think tanks aderenti a EIN e i membri dei vari Working Groups si incontreranno mercoledì 17 novembre a Bruxelles, nella sede del Parlamento Europeo per discutere e fare un bilancio delle numerose attività tenutasi nel 2010 e preparare il programma per il prossimo anno. L’incontro sarà preceduto da un breakfast meeting sul tema “Contemporary challenges to the culture of life” e da un seminario dal titolo “A new vocabulary to communicate the culture of life”.

  • EIN/FAES Seminar - Energy + Environment: new options - Madrid

    A FAES and EIN seminar will take place in Madrid on 30 March 2009. Here will be two sessions. The first will consider the future of the Nuclear Energy in Europe whilst the second will examine the topic of ‘Greening the Economy’. Speakers will include: Bonifacio Garcia Porras, European Commission, DG Energy on “Nuclear energy and the future of the energy mix in Europe: a policy approach”; Philippe Brongniart, Ancien membre du directoire de la Fondation pour l’Innovation politique on “The Nuclear Industry”; Dr. Marie-Francoise Praml-Bode, Unternehmenberatung, Düsseldorf on “The Nuclear debate in Germany”; Prof. Gabriel Calzada, Economist, Professor, Rey Juan Carlos University on “A Green economy: what does it mean?”; Jesse Scott, Europe in the World Programme Leader, E3G (Third Generation Environmentalism), Brussels; Research Fellow, European University Institute, Florence; Dr. Jean-Paul Maréchal, Economist; l’Université Rennes 2, Haute Bretagne on “Environmental economics: what about its social cost ?”; David Winston, Winston Group (Washington) on “Assessing the new Administration’s policy and projects in the field of the green economy”; Prof. Jean Didier Vincent, Biologist; Member of the French Academies of Sciences of France and Belgium on “Adjusting to environmental change”.

  • Incontro con Isabella Bruno Tolomei Frigerio

    In questi tempi di crisi si dibatte molto sul ruolo anticiclico e antirecessivo degli investimenti infrastrutturali. Isabella Bruno Tolomei Frigerio, presidente di Ferfina, holdig di Condotte d’acqua, fa il punto sulla situazione italiana, riflettendo sugli aspetti più critici e avanzando alcune proposte. Se attraverso gli investimenti in infrastrutture è possibile invertire il trend recessivo dell’economia nazionale e mondiale, il problema reale per il nostro Paese è far partire nel breve periodo le opere e i cantieri, operazione spesso difficile e rallentata dalle procedure. Al fine di velocizzare l’iter è possibile quindi puntare su una semplificazione delle procesure stesse, su una maggiore attenzione ai costi effettivi, sul mantenimento dell’arbitrato in caso di contenzioso tra imprese e amministrazione, su una efficace gestione del consenso e su una revisione delle procedure di gara per garantire una coerenza di costi e di competenze. Per far partire subito le opere il rimedio è fornire subito “benzina” al sistema attraverso molteplici strumenti di reperimento delle risorse. Tuttavia, se ad una crisi globale bisogna rispondere in maniera coordinata, bisogna considerare che negli Stati Uniti si stanno attuando grandi piani utilizzando fondi pubblici, mentre i paesi europei tendono ancora a focalizzarsi maggiormente sull’equilibrio di bilancio e sul rispetto dei parametri comunitari.

  • Seminario - L'Italia in gabbia: il volto politico della crisi economica

    Perché l’Italia rimane intrappolata nella stagnazione economica? Quali sono le cause di una crisi che dura da trent’anni? È cambiato il sistema politico, la lira non esiste più, molti protagonisti sono usciti di scena, ma i problemi economici dell’Italia sono sempre gli stessi. Riusciremo a liberarci da questa maledizione? L’Italia in gabbia di Guido Tabellini affronta questi interrogativi esaminando i principali nodi irrisolti del governo dell’economia nel nostro Paese. All’incontro organizzato dalla Fondazione Corriere della Sera, che si svolge il 30 marzo presso la Sala Buzzati, intervengono: Corrado Passera, Guido Tabellini, Giulio Tremonti, Marco Tronchetti Provera. Coordina: Dario Di Vico.

  • Seminario - 150 years of Italian government: what has been achieved? - Brown University

    Presso la Brown University di Providence si è svolto un seminario, organizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di New York e il Watson Institute for International Studies, con l’obiettivo di offrire un’occasione di discussione libera fra rappresentati delle fondazioni e Think Tanks di cultura politica italiani, tra cui ResPublica, e scholars americani. I temi trattati hanno privilegiato le politiche pubbliche in materia di economia e welfare.

  • Incontro con Marta Dassù

    In occasione della presentazione del suo nuovo libro “Mondo Privato e altre storie”, Marta Dassu, direttore relazioni estere di Aspen Institute, già direttore del CESPI e consigliere per la politica estera nei governi D’Alema I e II, incontra i soci della fondazione per dibattere sui temi di carattere internazionale. Martedi 19 maggio ha avuto luogo “59 minuti con…”, l’iniziativa della Fondazione che mira a creare momenti di approfondimento con esponenti di spicco del mondo politico e imprenditoriale. Tema dell’incontro la crisi internazionale e il ruolo degli stati. La crisi, nella sua forma finanziaria, è indubbiamente partita negli Stati Uniti dove, negli anni passati, i consumi della classe media sono stati “drogati” grazie ad un facile accesso al credito: un gigante della domanda per fronteggiare un gigante della produzione, la Cina. Oggi l’economia americana è in caduta verticale ma l’ottimismo dell’America del nuovo presidente Obama vede comunque alcune opportunità che possono scaturire da questa crisi puntando per esempio sulla ricerca, sull’ambiente, sulle nuove tecnologie, nonché su un sistema di welfare per garantire una maggiore protezione sociale, su uno stile europeo. Tuttavia, queste misure hanno un costo e il debito americano sta crescendo verso una cifra superiore ai 10.000 Miliardi di dollari, pari al 70% del PIL (FMI). Più moneta e bassi tassi di interesse si tradurranno in inflazione e svalutazione: un bene per chi è indebitato, un danno per chi detiene attività denominate in dollari, come nel caso della Cina. I 2.000 Mld di dollari in riserve presso the People’s Bank of China hanno fatto dichiarare al governatore un auspicio per la creazione di una nuova valuta “paniere” per gli scambi internazionali in cui gli Stati Uniti potrebbero perdere la loro assoluta egemonia. Dichiarazione accolta con molta freddezza dalla nuova Presidenza dall’altro lato del Pacifico. La Cina è il potenziale vincitore della crisi, gli obiettivi economici e di leadership mondiale (per esempio all’interno del G20) che il paese sta raggiungendo si sono velocizzati rispetto ai programmi della classe dirigente cinese. L’espansionismo economico cinese in Africa è una strategia volta a garantire risorse per lo sviluppo futuro; l’Occidente, anche per la fallimentare politica post-coloniale di garantire aiuti in cambio di progressi nella governance e nella democrazia, oggi si trova escluso o marginalizzato nello sviluppo africano. Dal punto di vista militare invece, nonostante le recenti parate della Repubblica Popolare nei confronti di Taiwan (nonostante la recente distensione nei rapporti tra Pechino e Taipei), il differenziale rispetto agli Stati Uniti è ancora forte e saranno necessari almeno 15- 20 anni perché possa essere colmato. Il Presidente Obama, la cui politica estera si deve distinguere da quella del predecessore Bush, ha adottato una strategia basata principalmente sul consenso che sul timore. Rimane comunque irrinunciabile la leadership mondiale americana, anche in campo economico, nonostante le previsioni di chi intravede, alla fine della crisi, l’emergere di un nuovo dualismo, un G2 con USA e Cina. Questo scenario, seppur possibile, sembra improbabile sia per le forti differenze di fondo che esistono tra i due paesi, sia per il ruolo che potrebbe/dovrebbe avere l’Europa. L’Unione Europea sconta oggi le logiche individualistiche dei singoli paesi membri (che tendono a privilegiare gli interessi nazionali, anche in relazione alle immediate risposte contro la crisi, soprattutto in vista di importanti scadenze elettorali) nonché la mancanza di una leadership politica forte che, come visto nel caso della politica commerciale, potrebbe avere un peso non irrilevante sullo scacchiere internazionale. Ampliare il grado di cooperazione economica con gli Stati Uniti, magari promuovendo un area di libero scambio transatlantica, rafforzerebbe il peso dell’Occidente. All’opposto una maggiore cooperazione con una Russia, profondamente indebolita dall’attuale crisi ma ricca di petrolio e gas naturale, indebolirebbe il rapporto con gli Stati Uniti il cui ruolo è e sarà ancora fondamentale negli anni a venire. Oggi il rapporto tra USA e Europa vede per quest’ultima una forte rappresentazione di Francia, Gran Bretagna e Germania, per ragioni dimensionali, per impegno militare a fianco dell’America, e per il ruolo che questi paesi possono svolgere sullo scacchiere mediorientale. Il nostro paese, il quarto grande dell’UE, deve invece lottare per far valere il suo status. In questo senso il Presidente Berlusconi punta molto sul ruolo di ponte da svolgere tra Russia e Stati Uniti, ruolo che potrebbe essere sancito durante il prossimo G8, con un accordo nel settore della sicurezza globale o del contenimento degli armamenti. Con la Russia, l’UE dovrà affrontare le questioni legate all’allargamento ad Est e le conseguenti strategie nella gestione dei rapporti con le repubbliche ex sovietiche. I rapporti euro-russi si muovono inoltre lungo il gasdotto South Stream (progetto russo che collegherebbe le coste del Mar Nero ai Balcani e all’Europa centrale) che rafforzerebbe la dipendenza dalla Russia, diversamente dal Nabucco che, prevedendo il trasporto del gas principalmente da Iran, Iraq, bypassando Russia. L’attualità pone tuttavia l’UE di fronte ai timori dovuti all’impatto della crisi all’interno dei suoi confini. La difficile situazione economica di alcuni paesi dell’Est (molto vicini a rischio default) e della Spagna (per una bolla immobiliare fuori controllo e le politiche fallimentari del governo Zapatero) unite allo scetticismo verso le istituzioni comunitarie e alla debolezza di alcuni leader nazionali, potrebbero spaccare l’Unione, l’area Euro, o comunque pesare negativamente sui suoi sviluppi futuri. Per questo motivo è auspicabile l’approvazione del Trattato di Lisbona e la conseguente estensione di meccanismi decisionali più efficienti per il Consiglio, ovvero la maggioranza qualificata, per accrescere, nella sostanza, il peso del sistema europeo e prepararlo alle sfide del mondo globale.

  • Seminario - Il principio di sussidiarietà per uno sviluppo integrale della persona

    L’8 maggio, presso il Circolo della Stampa di Milano, si è svolto il primo degli incontri del Forum Economia & Persona organizzato dal Centro Tocqueville – Acton con il patrocinio di Fondazione Cariplo. Tema dell’incontro, al quale hanno partecipato Giuseppe Guzzetti, Flavio Felice, Luca Volontè, don Mauro Inzoli e Ettore Gotti Tedeschi, l’importanza di sviluppare principi di sussidiarietà nella società odierna. Il principio di sussidiarietà si propone di risolvere, attraverso il ruolo attivo dei soggetti che sono parte della società civile, le difficoltà create nel settore privato da un comportamento prettamente egoistico e, nel settore pubblico, dalla centralizzazione illiberale del potere dello Stato. Alla base vi è la certezza che tra lo Stato impersonale e l’individuo abbandonato a se stesso si profili una prima linea di difesa rintracciabile nei “corpi intermedi”, come ad esempio la famiglia, le imprese, la scuola, le associazioni, le chiese, e che il loro spontaneo agire sia indispensabile per un equilibrato sviluppo della persona umana ed una più equa organizzazione politica economica, culturale e soprattutto giuridica, fondata sulla nozione di libertà integrale e di giustizia sociale. E’ quindi possibile riassumere il carattere di una società ordinata secondo il paradigma personalista liberale della sussidiarietà nell’affermazione che lo stato non deve avocare a se ambiti che invece appartengono a istituzioni di ordine inferiore, ma semmai sorvegliare che questi livelli, adempiano adeguatamente ai loro compiti e intervenire solo nel caso in cui essi non ce la facciano, prima per sostenerli, e solo dopo, qualora non riuscissero a rispondere ai bisogni, per sostituirli.

  • Seminario-Government output and productivity measurement: lessons from the international experience

    Presso il Dipartimento della Funzione Pubblica (Palazzo Vidoni, Roma) il 23 e il 24 aprile si è svolto il meeting internazionale sulla misurazione dell’output e della produttività del sistema pubblico. In molti paesi OCSE è cresciuto negli ultimi anni l’interesse per la misurazione dei servizi erogati dallo Stato. Questo anche in considerazione delle tendenze che hanno interessato il sistema pubblico: nuove politiche tese ad incrementare la produttività dei servizi, vincoli di bilancio, cambiamenti istituzionali (sviluppo in molti settori di sistemi di governance multilivello e aumento dei servizi offerti dal settore privato), oltre alle opportunità aperte dalle nuove tecnologie. La volontà di implementare azioni concrete per migliorare la qualità del sistema pubblico ha quindi portato a nuovi sviluppi nei sistemi di misurazione dei servizi erogati. Durante il workshop sono state evidenziate le esperienze di alcuni Paesi europei nella misurazione dell’output del sistema pubblico, sottolineando come ulteriori sviluppi in questa attività possano derivare dal confronto internazionale. Il workshop ha inoltre consentito di disegnare un quadro dello stato attuale dei sistemi di misurazione dell’output a livello europeo focalizzandosi sulla necessità di sostenere un processo di revisione degli stessi concentrato sulla misurazione dei servizi che non posseggono un corrispettivo di mercato (non-market activities) e ampliando l’utilizzo del sistema di misurazione diretta dell’output.

  • Incontro con Giuseppe Bonomi

    Il 15 giugno si è tenuto un incontro con Giuseppe Bonomi, presidente di SEA, sul tema dello sviluppo del sistema aeroportuale in Lombardia. Le operazioni di diversificazione conseguenti alle vicende Alitalia hanno infatti portato a importanti cambiamenti per SEA. Nonostante l’annus horribilis cominciato nel marzo del 2008 con il de-hubbing di Alitalia, la società ha varato un importante piano di investimenti autofinanzati per gli aeroporti in sua gestione. Malpensa ospita oggi la prima base europea della compagnia low-cost EasyJet e ha stretto un forte accordo con Lufthansa che, da parte sua, ha consolidato la strategia multi-hub in Europa. Varie sono le questioni vincolate allo sviluppo aeroportuale in Lombardia, tra queste il rafforzamento infrastrutturale per agevolare il traffico verso Malpensa, la rinegoziazione dei diritti di traffico sulle lunghe tratte e il destino dello scalo di Linate. A livello internazionale è evidente la tendenza a investire molto negli aeroporti: appare così impensabile decidere di dismetterne uno importante come Linate (terzo aeroporto italiano).

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