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- Incontro con Vincenzo Esposito
Vincenzo Esposito Amministratore Delegato Microsoft Italia martedì 17 giugno 2025
- Incontro con la famiglia Fazzini
Famiglia Fazzini Fazzini Home giovedì 19 giugno 2025 L'azienda tessile Fazzini nasce nel 1976 dall'unione di due famiglie, gli Zibetti e i Fazzini, con radici profonde nel settore tessile sin dai primi del Novecento, nella zona di Gallarate, nel distretto tessile a nord di Milano. La prima famiglia era attiva nel campo del ricamo, la seconda specializzata in tessuti e fodere. L’impresa ha saputo fondere tradizione artigianale e innovazione industriale, creando una rete efficiente di collaborazioni locali e offrendo prodotti di alta gamma per la biancheria per la casa, completamente Made in Italy. Maria Alberta Zibetti, moglie del fondatore Stefano Fazzini, ha dato un'impronta stilistica fondamentale all’azienda, ispirando le collezioni con influenze dalla moda, oggi affiancata dai figli Marco e Paolo. Fazzini si distingue per l’elevata qualità, la flessibilità produttiva e un forte legame con il territorio, valori che hanno alimentato la sua crescita nel mercato italiano e internazionale. Con un concept store, oltre 70 pareti attrezzate nei punti vendita e più di 700 clienti serviti in Italia, l’azienda è diventata un punto di riferimento per il segmento alto della biancheria per la casa. La combinazione di affidabilità, servizio, certificazioni e creatività ha reso Fazzini un ambasciatore apprezzato del vero "Made in Italy" anche nei mercati esteri.
- Incontro con Luigi Marattin
Luigi Marattin membro della Camera dei deputati della Repubblica Italiana e Segretario Nazionale del Partito Liberaldemocratico " Proposte economiche per il futuro dell'Italia " mercoledì 17 settembre 2025 Dal 1995 l’Italia registra la crescita del PIL più bassa del mondo occidentale, con gravi conseguenze su salari, investimenti, sanità e welfare. La vera causa non è la mancanza di spesa pubblica o la globalizzazione, ma il crollo della produttività, fermo dagli anni ’70. Dopo l’ingresso nell’euro, il Paese ha perso le scorciatoie di svalutazione e debito, ritrovandosi con istituzioni, regole e servizi pubblici inadatti all’economia moderna. Scuola, welfare, fisco e infrastrutture restano ancorati a modelli del passato, mentre la politica, divisa in blocchi ideologici e incapace di chiedere sacrifici, evita le riforme strutturali necessarie per rilanciare la crescita. La crisi è anche politica e istituzionale: partiti personalistici, istituzioni lente, radicalizzazione mediatica e debole rappresentanza dell’elettorato moderato alimentano l’instabilità. Per rilanciare il Paese servono riforme vere: riduzione della spesa inefficiente, liberalizzazioni, revisione del welfare e una scuola autonoma e meritocratica. Solo con maggiore produttività si potrà affrontare il debito pubblico e competere nel contesto globale. Il problema non è strutturale né inevitabile, ma frutto di decenni di rinvii e scelte opportunistiche che una politica coraggiosa dovrebbe finalmente superare.
- Incontro con Giacomo Campora
Giacomo Campora Amministratore Delegato e Direttore Generale Allianz Italia " Assicurare il futuro - La sfida della demografia vista dalla Torre Isozaki " mercoledì 17 settembre 2025 L’intervento del dottor Campora descrive un’Italia più solida di quanto spesso percepito: un Paese equo, con ridotte disuguaglianze, frutto di una cultura cattolica orientata all’inclusione. L’Italia si distingue per capacità di adattamento, flessibilità lavorativa e un forte senso comunitario, ma soffre per la mancanza di grandi imprese, un eccesso di regolamentazione e una produttività stagnante. Le sfide principali derivano dai cambiamenti demografici, che mettono sotto pressione il sistema sanitario e previdenziale: aumenta la domanda di cure, ma la sanità pubblica resta universale; il sistema pensionistico, invece, è a rischio senza adeguati contributi attivi e nuove forme di previdenza integrativa. In questo contesto, il ruolo del settore assicurativo diventa cruciale, sia per sostenere sanità e pensioni, sia per rafforzare la resilienza del sistema economico. È necessario promuovere una maggiore cultura assicurativa e previdenziale, specie tra giovani e autonomi, sostenendo comportamenti responsabili e riducendo l’intervento assistenzialista dello Stato. Immigrazione qualificata, partecipazione femminile al lavoro e investimenti nell’innovazione, come l’IA, sono strumenti chiave per rilanciare produttività e sostenibilità. Affrontare in modo integrato questi temi è essenziale per garantire all’Italia un futuro stabile e inclusivo.
- Incontro con Giuseppe Valditara
Giuseppe Valditara Ministro dell'Istruzione e del Merito Lunedì 30 giugno 2025 Il Ministro Giuseppe Valditara ha presentato una visione riformatrice della scuola italiana basata su personalizzazione dei percorsi, centralità del merito, valorizzazione dei talenti e rafforzamento del legame tra scuola e lavoro. Al centro della proposta ci sono le figure del docente tutor e orientatore, il modello tecnico-professionale “4+2” con forte integrazione con le imprese, e il contrasto alla dispersione scolastica attraverso progetti strutturali come l’Agenda Sud. L’obiettivo è una scuola inclusiva, che valorizzi ogni studente secondo le proprie potenzialità, superando disuguaglianze e pregiudizi formativi. Grande attenzione è stata dedicata anche all’integrazione degli studenti stranieri (con classi potenziate e insegnamento dell’italiano L2), alla valorizzazione del lavoro manuale e tecnico, al recupero dell’autorevolezza dei docenti e al ritorno al rigore metodologico e ai contenuti culturali fondamentali. La scuola viene concepita come comunità educativa fondata su regole, responsabilità e collaborazione tra scuola, famiglia e territorio, in grado di formare non solo studenti competenti, ma cittadini consapevoli.
- Incontro con Carlo Carraro
Carlo Carraro RETTORE EMERITO UNIVERSITA' CA' FOSCARI, VENEZIA DIRETTORE HFARM VICEPRESIDENTE WORKING GROUP MITIGAZIONE CLIMATICA IPCC (INTERGOVERNMENTAL PANEL ON CLIMATE CHANGE, ONU) "Un recente rapporto dell’IPCC denuncia un forte ritardo negli investimenti per contrastare le conseguenze del riscaldamento climatico. Bisogna ricordare che gli investimenti sono una spesa produttiva" Transizione ecologica tra sfide e opportunità giovedì 26 maggio 2022 _________________________________________________________________________________ Le tensioni sui prezzi energetici, le preoccupazioni per la Russia e l’inflazione galoppante hanno distratto nell’ultimo anno da un tema che rimane sempre attuale e cruciale e i cui dati sono allarmanti, il riscaldamento climatico. I danni dell’emergenza climatica costano 200 miliardi di dollari a livello globale,e la Bce ha stimato che in Europa al 2050 i danni da riscaldamento climatico impatteranno del 10% del Pil (10-15 mld di danni solo per l’Italia), numeri che non considerano le conseguenze su salute, patrimonio culturale e produttività del lavoro nelle aree colpite. Un recente rapporto dell’Ipcc denuncia forti ritardi negli investimenti per contrastare le conseguenze del riscaldamento climatico nei prossimi anni. Il nostro Piano nazionale di adattamento, nonostante gli sforzi del ministro Giovannini, è fermo a una bozza del 2017. Bisogna ricordare che gli investimenti sono una spesa produttiva, dice il Prof. Carraro. Per la transizione energetica, la trasformazione industriale più rilevante, servono investimenti dell’1,5 – 2% del Pil globale (2.500 – 3.000 mld). Per quanto riguarda l’Europa si calcola che ci sia bisogno di 140 – 150 mld l’anno, di cui 70-80 rappresentano investimenti privati e 40-50 dal Recovery Plan; mancherebbero circa 40 mld che potrebbero essere ricavati dal sistema dei crediti di emissione, oppure da un piano post-recovery. Nel momento in cui stiamo affrontando l’emergenza dei costi dell’energia, in chiave anti-inflazionistica, non sono ammesse distrazioni sulla transizione. È ancora più necessaria soprattutto se vogliamo arrivare in Europa, nel 2030, all’abbattimento del 55 per cento, rispetto al 1990, delle emissioni di gas serra. L’Unione europea però è bene ricordarlo, è responsabile solo dell’8% circa della produzione di anidride carbonica nel mondo. L’Italia ha un vantaggio competitivo, nell’economia circolare, che non va sottovalutato. Sono produzioni più pulite del carbone che, a differenza del nucleare, in questo momento in cui se ne fa per necessità un uso sempre più crescente, non ha oppositori. L’Italia figura tra i Paesi più virtuosi in un’Unione europea che ha un obiettivo di decarbonizzazione fissato per direttiva. Risparmia energia più di altri, con maggiore efficienza. La scelta green delle imprese si diffonde con ampiezza e velocità sorprendenti. Non perché gli imprenditori siano diventati dei verdi appassionati, ma perché conviene. Le aziende che rispettano i criteri di sostenibilità vanno meglio, creano più lavoro e hanno un costo del capitale più basso. Questa spinta dal basso è formidabile. Ma quella potenzialmente più decisiva viene dalle comunità, dagli investimenti nelle rinnovabili che possono decidere gruppi di cittadini organizzati, i quali oltre al vantaggio di godere di incentivi fiscali e energia a buon mercato, possono guadagnarci vendendo il surplus di elettricità prodotta al Gse, il Gestore dei servizi energetici. Delle cento comunità mappate da Legambiente, solo 16 erano arrivate a completare l’iter autorizzativo, e appena 3 avevano ricevuto l’aiuto statale. Il governo dovrebbe dar corso agli ultimi provvedimenti attuativi. Il governo Draghi ha fortemente accelerato i processi autorizzativi di impatto ambientale degli impianti fotovoltaici e dei parchi eolici, ma la potenza installata è ancora molto più bassa di quella di altri Paesi.
- Incontro con Radek Jelinek
Radek Jelinek CEO DAIMLER MERCEDES BENZ ITALIA Transizione energetica e digitale: sfide per l’automotive martedì 22 febbraio 2022 __________________________________________________________________________________ Elettrico, digitale e con un occhio di riguardo per i giovani. La transizione del mondo dell’automotive ha travolto anche Mercedes-Benz, con la casa delle tre punte che è passata da produrre veicoli di lusso votati a un pubblico “adulto” e wealthy a una trasformazione verso le e-car. Fondazione ResPublica ha avuto il privilegio di farsi raccontare strategie e prospettive da Radek Jelinek, dal 2018 presidente e amministratore delegato di Mercedes Benz Italia. Il Ceo ci ha così parlato delle sfide da affrontare e dell’evoluzione dei rapporti con i clienti, sempre più giovani e informati. Il dibattito con il Ceo ci ha portato a conoscenza delle azioni intraprese per consolidare la transizione verso la trazione elettrica, che ha già prodotto molti modelli full electric, per contenere gli effetti negativi della crisi globale data dalla pandemia e dalla scarsità dei chip. I dati del Gruppo Daimler sono soddisfacenti, nonostante le tensioni sui mercati delle materie prime, dei trasporti e dei semiconduttori, ma si tratta di cifre con luci e ombre. La produzione e le vendite hanno evidenziato cali notevoli, ma le entrate sono rimaste al livello dell’anno precedente e l’Ebit del Gruppo è aumentato grazie al miglioramento del mix di prodotti, alla qualità dei ricavi e al forte controllo dei costi fissi. Il consiglio di sorveglianza di Daimler AG ha approvato il nuovo piano Mercedes-Benz per il 2022-2026 per diventare completamente elettrica. Questo ha firmato un piano di investimenti di oltre 60 miliardi di euro. Sebbene la società preveda di ridurre gli investimenti, le spese di ricerca e sviluppo per l’elettrificazione del portafoglio prodotti e le misure di digitalizzazione, rimarranno a un livello elevato. La chiave per raggiungere questi obiettivi è una rigorosa priorità degli investimenti futuri, principalmente concentrandosi sulla mobilità elettrica. L’azienda prevede che l’uso di piattaforme di batterie standardizzate e architetture di veicoli scalabili, insieme ai progressi nella tecnologia delle batterie, contribuirà a ridurre i costi variabili dei veicoli. Si prevede che la proporzione dei costi della batteria in un veicolo diminuirà significativamente in questo decennio. Parimenti importante il capitolo digitalizzazione, strettamente intrecciato con il sistema operativo proprietario e gli aggiornamenti da remoto. Il digitale e il Web stanno cambiando anche l’interazione con i clienti, sempre più ‘phygital’ in quanto unione dei mondi virtuale e reale. La digitalizzazione rappresenta sempre più uno dei principali driver della mobilità del futuro, a 360°, fuori e dentro l’automobile. Ci permette, afferma Jelinek, di sfruttare piattaforme hardware sempre più evolute e sviluppare sistemi di intelligenza artificiale come l’MBUX. Per questo, entro il 2024, Mercedes-Benz lancerà sulle proprie automobili il primo sistema operativo realizzato in-house da una casa automobilistica, sarà progettato attorno ad architetture scalabili e consentirà di centralizzare il controllo di tutte le aree di dominio dei veicoli e delle sue interfacce utente, oltre ad una maggiore velocità e aggiornamenti più frequenti. Avremmo bisogno di soddisfare una richiesta di batterie di 200 Giga watt/ora e per questo è in programma la realizzazione di otto Gigafactory per la produzione di celle, che si aggiungono ai già previsti nove impianti dedicati alla realizzazione di sistemi di batterie. Nel frattempo stiamo lavorando con importanti partner alla prossima generazione di batterie.
- Incontro con Chicco (Enrico) Testa
Chicco (Enrico) Testa GIA' PRESIDENTE ENI ESPERTO IN MATERIA ENERGETICA La scommessa energetica martedì 8 febbraio 2022 __________________________________________________________________________________ Chicco Testa, intervenuto sul tema della “Scommessa energetica”, ha proposto ai soci di ResPublica una disamina delle principali fonti energetiche alternative e delle principali criticità di approvvigionamento. Tra le fonti alternative si sente spesso discutere di carbon sequestration, cioè della possibilità di sequestrare, catturare e stoccare a lungo termine l’'anidride carbonica (CO2). Allo studio ci sono diversi sistemi che consentono di catturare direttamente dall’aria la CO2, ma attualmente sono tutti sistemi costosi e poco efficienti, afferma Testa. L’idrogeno, altra forma di accumulo, ha però costi molto alti, che dovranno diminuire almeno di 10 volte perché l’idrogeno possa divenire una risorsa energetica competitiva. L’energia nucleare si può considerare tra le grandi fonti energetiche, ed è positivo che l’Italia non si sia opposta a inserirla nella tassonomia europea. Lo stesso Ministro Cingolani, non ha escluso che, a fronte di importanti innovazioni tecnologiche, possa diventare una opportunità per il Paese. C’è poi il progetto della fusione (due nuclei d’idrogeno) che libera un’enorme quantità di energia (la reazione fisica, totalmente naturale, che alimenta il Sole e le altre stelle). Tale reazione, che ha il vantaggio di non emettere gas a effetto serra, né sostanze fortemente inquinanti o altamente radioattive, la rendono una fonte energetica estremamente interessante e inesauribile. Ma la strada verso questa rivoluzionaria tecnologia è ancora lunga. L’energia circolare può essere una importante fonte energetica, i bio gas potrebbero coprire l’8% del nostro fabbisogno energetico, ma purtroppo l’Italia sconta una forte opposizione. L'emergenza Covid prima e poi le tensioni in Ucraina, hanno provocato la corsa al rialzo dei prezzi a livelli record e fatto aumentare la domanda di gas. Secondo Testa sarebbe più prudente prevedere una riduzione graduale dei combustibili fossili e in tempi più lunghi, investendo maggiori risorse soprattutto in ricerca e innovazioni tecnologiche che possano consentire un effettivo e sostenibile salto ecologico. Una delle preoccupazioni segnalate dai diversi interventi: ancorché l’Europa raggiungesse gli obiettivi di riduzione delle emissioni nel 2035, così come previsto, il problema globale non sarebbe risolto, poiché la Ue contribuisce con solo l’8% delle emissioni globali. Gli altri Paesi? Come farà l’economia europea e le nostre aziende a competere nel mondo, si pensi per esempio agli investimenti dell’automotive etc.? Sono a rischio settori energivori fondamentali della nostra economia e gli effetti occupazionali potrebbero essere drammatici. In conclusione è necessario puntare all’innovazione tecnologica con importanti investimenti in Ricerca e Sviluppo, per favorire un processo di decarbonizzazione sostenibile e attuabile.
- Lettera aperta alle Istituzioni Europee
Lettera aperta alle Istituzioni Europee: la scelta dell'Europa Martedì 16 luglio, sei importanti think tank europei hanno inviato ai vertici delle Istituzioni europee Ursula von der Leyen, Roberta Metsola e Charles Michel una lettera aperta sulle scelte politiche che l’Europa dovrà fare per fronteggiare i molteplici scenari di crisi in corso. I think tank firmatari sono la Fondazione Astrid (Roma), la Fondazione ResPublica ( Milano), il Centre for European Reform (Londra-Bruxelles-Berlino), la Fundaciòn Alternativas (Madrid), Les Gracques (Parigi), e Terra Nova (Parigi). Abbiamo anche loro preannunciato che oggi l’avremmo resa pubblica inviandola ai principali giornali del Paese nel quale ciascun think tank opera. In allegato trovate il testo della Open Letter to the European Institutions: Europe’s Choice .