Termometro Economico VIII
- ResPublica

- 26 giu 2024
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Nel biennio 2021-2022 l’economia italiana ha mostrato segnali moderatamente positivi. Per monitorarne l’andamento, è stato introdotto il Termometro dell’Economia, un report bimestrale basato su dati Istat. L’obiettivo è fornire indicazioni utili a Governo e Istituzioni per sostenere la crescita e affrontare tempestivamente eventuali criticità. L’analisi è curata da un gruppo di esperti chiamati “Saggi dell’Economia”.
Il Termometro dell’Economia conferma le previsioni di crescita moderata per l’Italia, con un +1% nel 2024 e un +1,1% nel 2025. La crescita è sostenuta principalmente dalla domanda estera e dai consumi interni, quest’ultimi trainati dall’aumento dell’occupazione e dal miglioramento delle retribuzioni, che dovrebbero continuare a salire grazie al rinnovo dei contratti e al rapporto tra domanda e offerta di lavoro.
Nonostante questo quadro positivo, permangono molte incertezze: l’aumento della spesa pubblica legata ai bonus e incentivi mette a rischio la sostenibilità economico-sociale, mentre la situazione internazionale mostra segnali di rallentamento in alcune aree come gli Stati Uniti e la Cina, con effetti anche sulle esportazioni italiane. L’inflazione in Italia è leggermente in aumento, ma la diminuzione dei prezzi dell’energia e degli alimentari allevia la pressione sui consumatori.
Il settore industriale evidenzia segnali di debolezza con cali nel fatturato e nella produzione, un calo della fiducia delle imprese e un atteggiamento prudente sugli investimenti, in attesa di chiarimenti su incentivi e politiche per la transizione digitale e verde. Anche il mercato immobiliare mostra segnali di rallentamento, in parte compensati dai minori tassi di interesse sui mutui.
Sul fronte demografico la popolazione continua a calare, nonostante l’aumento dei flussi migratori regolari, mentre il mercato del lavoro registra miglioramenti con un tasso di disoccupazione ai minimi da oltre 15 anni, ma con una partecipazione al lavoro ancora bassa tra giovani e donne. I consumi sono frenati dai bassi salari, causati da una produttività contenuta e da investimenti limitati in innovazione, nonostante una situazione favorevole legata al mercato del lavoro.
Infine, la pressione fiscale elevata rischia di rappresentare un freno ulteriore alla crescita economica, e si rende necessario intervenire con riforme e tagli alla spesa pubblica per garantire sostenibilità e rilancio.
Raccomandazioni finali
Da un punto di vista congiunturale, l’Italia cresce più di Francia e Germania grazie al PNRR e alla dipendenza dall’economia statunitense; senza il PNRR la crescita potrebbe tornare vicina allo zero.
È necessario accelerare le riforme urgenti, soprattutto in Pubblica Amministrazione e Giustizia, per rilanciare la crescita potenziale.
La spesa pubblica è gravata da un debito elevato, in parte dovuto a incentivi come il Superbonus; sono inevitabili tagli significativi, puntando sull’uso delle nuove tecnologie per ridurre i costi mantenendo la qualità dei servizi.
L’Italia deve puntare ad aumentare l’occupazione, in particolare quella giovanile e femminile, e favorire la crescita salariale per sostenere sia le finanze pubbliche che i consumi interni.


