Termometro Economico IX
- ResPublica

- 18 set 2024
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Nel biennio 2021-2022 l’economia italiana ha mostrato segnali moderatamente positivi. Per monitorarne l’andamento, è stato introdotto il Termometro dell’Economia, un report bimestrale basato su dati Istat. L’obiettivo è fornire indicazioni utili a Governo e Istituzioni per sostenere la crescita e affrontare tempestivamente eventuali criticità. L’analisi è curata da un gruppo di esperti chiamati “Saggi dell’Economia”.
L’economia italiana si presenta in una fase relativamente stazionaria, con crescita moderata e in linea con la media dell’eurozona, anche se con un leggero rallentamento. Nei primi due trimestri del 2024 la crescita acquisita è stata dello 0,6%, inferiore rispetto alla stima precedente, e la previsione per l’intero 2024 è dello 0,9%. La crescita è sostenuta in parte dalle scorte, più che dai consumi e investimenti, e la fiducia dei consumatori resta un fattore critico per i prossimi mesi.
L’export mostra difficoltà soprattutto con i paesi UE, in particolare la Germania, mentre rimane positivo, seppur in calo, verso i paesi extra-UE. Preoccupano i possibili effetti di tensioni commerciali internazionali, come una guerra commerciale con la Cina.
Dal punto di vista demografico, il saldo naturale della popolazione è negativo, compensato solo dall’immigrazione. La fiducia di imprese e consumatori presenta segnali di lieve peggioramento, mentre il settore industriale mostra segni di contrazione con una produzione in calo. Gli investimenti, specialmente in digitalizzazione, sono in lieve aumento.
Il mercato del lavoro migliora con una disoccupazione in calo e una crescita dell’occupazione, ma con un aumento degli inattivi e una difficoltà nel reperire giovani qualificati, soprattutto in materie scientifiche. La crescita salariale è modesta e non ancora sufficiente a recuperare il potere d’acquisto perso negli anni precedenti.
L’inflazione rimane contenuta ma con segnali di lieve aumento, soprattutto nei prezzi alimentari e dei servizi. Il mercato immobiliare è in calo, anche se si registrano segnali di miglioramento dovuti alla riduzione dei tassi di interesse.
Raccomandazioni finali
La legge di Bilancio 2025 sarà cruciale per rispettare le nuove regole europee sul patto di stabilità, con un nuovo orizzonte di programmazione pluriennale (7 anni) che permette di diluire gli aggiustamenti necessari.
È fondamentale una collaborazione tra maggioranza e opposizione per definire un programma di medio-lungo periodo credibile e condiviso.
Le entrate fiscali in crescita offrono margini per evitare manovre troppo restrittive, ma è necessario proseguire nel percorso di riduzione della spesa pubblica improduttiva.
Serve una revisione complessiva della spesa pubblica e del sistema fiscale per liberare risorse da destinare a crescita e consumi, tramite una riorganizzazione razionale con incarichi specifici nel Governo.
La capacità di spesa del PNRR deve accelerare: la quota spesa finora è ancora bassa rispetto agli obiettivi, anche a causa della recente nomina del Commissario europeo che ha lasciato un vuoto nell’attuazione.
Il nuovo responsabile per l’attuazione del PNRR dovrà immediatamente coordinare e spingere sull’accelerazione della spesa per rispettare i target, in collaborazione con ministeri e enti coinvolti.
Gli obiettivi di spesa restano sfidanti: si prevede una spesa mensile minima di 2 miliardi nel 2024, con un possibile accumulo di 30-32 miliardi entro fine anno, inferiore ai 40 miliardi previsti, ma comunque un impegno significativo per il Paese.


