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Termometro Economico VII

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Nel biennio 2021-2022 l’economia italiana ha mostrato segnali moderatamente positivi. Per monitorarne l’andamento, è stato introdotto il Termometro dell’Economia, un report bimestrale basato su dati Istat. L’obiettivo è fornire indicazioni utili a Governo e Istituzioni per sostenere la crescita e affrontare tempestivamente eventuali criticità. L’analisi è curata da un gruppo di esperti chiamati “Saggi dell’Economia”.

L’Italia mostra segnali contrastanti ma una crescita economica moderata positiva, con stime di PIL tra +0,6% e +1%. La performance è trainata dal rimbalzo post-pandemico e dal contributo degli investimenti PNRR, che però devono essere implementati con efficacia. Il debito pubblico e il deficit previsto limitano la capacità di spesa pubblica, richiedendo rigore e contenimento della spesa corrente.

Gli investimenti privati continuano grazie agli incentivi “Industria 4.0” e “Industria 5.0”, anche se il settore industriale mostra cali di fatturato a inizio 2024, compensati dai servizi. La bilancia commerciale con i paesi extra UE migliora, sostenendo il PIL, mentre le importazioni da OPEC calano per minor consumo energetico. La produzione di energia da fonti rinnovabili cresce significativamente.

L’inflazione resta moderata, con un lieve aumento al 1,2% a marzo 2024 e una possibile risalita nel corso dell’anno, con un ritorno al 2% previsto nel 2025. Il mercato del lavoro mostra un aumento degli occupati e della disoccupazione per più persone in cerca di lavoro. La fiducia delle imprese è in lieve ripresa dopo un calo.

Il mercato immobiliare subisce un rallentamento, penalizzato dagli alti tassi di interesse e dalla fine dei bonus fiscali, con calo delle compravendite nel 2023. Tuttavia, segnali positivi emergono sul fronte della domanda di case nuove e permessi di costruzione.

I consumi rallentano, pur con aumento del reddito disponibile e una leggera ripresa del potere d’acquisto, ma la pressione fiscale oltre il 50% rischia di frenare lavoro e investimenti. La propensione al risparmio aumenta, riflettendo prudenza nelle spese. La popolazione italiana resta stabile, ma la natalità continua a diminuire, compensata dall’immigrazione.


Raccomandazioni

• Il 2024 sarà cruciale per l’Unione Europea: serve un cambio di passo nell’integrazione per affrontare sfide comuni (sicurezza, transizione digitale ed ecologica) con strumenti europei più efficaci.

• Per rendere competitive le imprese italiane ed europee è necessario accelerare l’unione monetaria e bancaria e rafforzare il mercato interno e il modello sociale europeo.

• La prossima manovra dovrà trovare coperture per quasi 20 miliardi di euro a fine 2024, dato che il deficit previsto supera i limiti europei (4,5% nel 2024, 3,7% nel 2025).

• Il Governo deve presentare un piano dettagliato per rispettare i parametri del nuovo patto di stabilità, con misure su entrate, spese correnti e capitale, considerando le sfide di competitività, transizione ecologica e spesa militare.

• La maggiore spesa europea richiederà una riduzione e revisione delle spese nazionali, per migliorare efficienza e coordinamento tra livelli nazionale e comunitario, evitando aumenti netti della spesa pubblica.



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