Daniele Franco
DIRETTORE GENERALE BANCA D’ITALIA
GIÀ RAGIONIERE GENERALE DELLO STATO
L’economia italiana, la lunga stagnazione
lunedì 20 gennaio 2020
Daniele Franco Direttore Generale della Banca d’Italia è intervenuto a un incontro con i Soci della Fondazione, lunedì 20 gennaio 2020. Tema dell’intervento: “L’economia italiana, la lunga stagnazione”.
Daniele Franco, ha ricoperto la carica di Ragioniere Generale dello Stato dal 2013 al 2019.
Durante l’incontro con ResPublica il Direttore ha messo in evidenza le principali debolezze che impediscono all’Italia di raggiungere i tassi di crescita delle maggiori economie del G7, pur rappresentando, il Bel Paese, la seconda manifattura in Europa. La crescita dell’economia italiana ha perso slancio nel 2018 e 2019 (0,9 per cento nella media dell’anno), risultando ampiamente inferiore a quanto atteso dai principali previsori. L’indebolimento dell’economia, comune in tutti i maggiori paesi dell’area dell’euro, è dovuta:
• All’effetto sulle esportazioni per la battuta di arresto del commercio mondiale e della revisione dei piani di investimento
• Per le incertezze sollevate dalle tensioni sugli scambi internazionali e l’ orientamento delle politiche economiche.
Tre i principali nodi che caratterizzano la struttura economica del Paese:
la scarsa produttività, la bassa occupazione, i bassi investimenti. A partire dalla metà degli anni novanta il divario di produttività tra Europa e Stati Uniti si è ampliato, a causa della lentezza con cui si sono diffuse, nelle economie europee le tecnologie dell’informazione e comunicazione (ICT) e quelle digitali (robotica avanzata e intelligenza artificiale). In questi campi l’Italia ha accumulato un ritardo particolarmente marcato. Il lento adeguamento dei processi produttivi al nuovo paradigma tecnologico si è ripercosso negativamente sulla dinamica della produttività e ha contribuito ad amplificare il divario di efficienza tra le imprese.
La modesta digitalizzazione del sistema produttivo si riflette anche nella composizione della domanda di lavoro. La spesa per investimenti pubblici in Italia si è fortemente ridotta dall’avvio della crisi, portandosi su valori inferiori a quelli registrati nei principali paesi europei.
Vi hanno contribuito non solo la contrazione degli stanziamenti, ma anche le difficoltà operative di spesa.
La spesa per investimenti pubblici esercita sulla domanda aggregata un impatto diretto, più forte di quello associato ad altre voci del bilancio pubblico. La spesa per investimenti pubblici inoltre espande la capacità produttiva potenziale del sistema economico nazionale, nel medio e nel lungo termine.